2 maggio 2014

Il Potere e La Gloria - Recensione -

Il torrido Messico degli anni '40, la libertà di esprimere il nostro essere e le scelte che la vita ci costringe a fare sono i temi principali di questo dramma.
L'afa soffocante e un sole spietatamente caldo fanno da sfondo a Il Potere e La Gloria di Graham Greene dove impareremo ad amare un prete che si confronterà con il suo essere uomo e con una guerra che, prima di essere sociale e politica, è privata e spirituale. Il percorso di una persona altamente religiosa caduta nella tentazione dei vizi che ci accolgono ogni giorno: la lussuria e l'alcool sono i peccati che tormenteranno il Padre dell'acquavite. la particolarità di questo personaggio sta proprio nella sua umanità, come Gesù si è fatto uomo anche il prete cade nelle debolezze tipiche della nostra natura, debolezze che però lo rendono più vero di molti altri clericali. Non tutti amano il passato deprorevole di quest'uomo, tutti gli puntano il dito contro, ma quando anche l'ultimo prete avrà lasciato la sua fede sarà lui l'unico a poter confessare l'anima del prossimo corpo morente. Viene accolto nei villaggi mentre scappa da una realtà che non lo vuole, ma incontrerà Giuda colui che tradirà la sua fiducia. Il meticcio dai canini sporgenti è un personaggio importante che farà riflettere ancora di più il protagonista sul suo cammino terreno e spirituale, anche la figlia sicura di sè e disinibita farà tribolare le sue notti insonni. 
Il mondo di Greene è un mondo senza Dio dove ogni buon uomo è abbandonato a se stesso senza perdoni o redenzioni ma in balia dei peccati e del senso di colpa. Leggere questo libro significa guardare e capire il percorso religioso di un umile cristiano, aprire gli occhi difronte alla spietata realtà della dittatura come sinonimo di assenza di libertà e vedere realmente la fine di ogni cosa perchè nessuno capisce meglio la morte di chi la guarda in faccia ogni giorno.

- Valheesy -

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